Foto © Pietro Savorelli
Foto © Alessandra Bello
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PPS, Scuola elementare

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Sede
Via dell'Infanzia, 31050 Ponzano Veneto, Treviso, Italia
Anno
2009

La scuola elementare di Ponzano Veneto: un society building

La scuola elementare di Ponzano Veneto interpreta la sostenibilità in termini energetici, sociali ed economici.

Energia: la scuola ha un consumo pari a 3,6 Kwh/mc/anno.

Società: è stato attuato un processo di condivisione del progetto con insegnanti e bambini.

Costi: il costo complessivo è pari a € 960 /mq compresi gli arredi.

La scuola elementare di Ponzano Veneto: un society building

La scuola primaria di Ponzano Veneto è un edificio pubblico che ospita 375 bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Ha tre sezioni per un totale di 15 aule normali, 5 aule speciali per arte, informatica, lingue, musica, scienze.

Una palestra regolamentare per il gioco del basket e della pallavolo, con spogliatoi divisi per sesso e spogliatoi per gli arbitri, è accessibile anche oltre l’orario scolastico.

Nella ‘città della dispersione’ che ha ormai occupato quasi tutta la campagna veneta, la scuola elementare di Ponzano Veneto costituisce un piccolo coagulo: permettendo l’accessibilità indipendente di una parte dell’edificio (la palestra regolamentare per il basket e la pallavolo con il sistema degli spogliatoi alcune aule speciali e il futuro auditorium), la scuola si trasforma in un luogo di passaggio, di incontro, di confronto esteso a tutta la comunità.

Nel progetto della scuola grande attenzione viene riservata allo studio degli spazi collettivi, sia nella composizione planimetrica della scuola: tutti gli spazi ruotano intorno a una corte centrale, memoria dei chiostri monastici, luoghi per eccellenza di conservazione del sapere, sia in sezione, in quanto i diversi spazi si guardano tra loro pur mantenendo la propria specificità essendo delimitati da pareti trasparenti (le stesse aule sono opache fino alla quota di cm 130 e poi diventano delle vetrine dove esporre il lavoro dei bambini) e campiture di colore che, intrecciandosi, e rispecchiandosi sulle rispettive superfici vetrate, rimandano a una moltitudine possibile di esperienze con l’obiettivo di incuriosire il bambino che, come in un piccolo ‘distretto industriale della conoscenza’, viene stimolato a imparare dagli altri, scambiando le proprie esperienze.

La scuola diventa un ‘society building’, uno spazio in cui una comunità multietnica possa riconoscersi e confrontarsi. Una soglia, un luogo di confronto in tensione tra un paesaggio della memoria e un paesaggio della contemporaneità.

Paesaggio della memoria e della contemporaneità che, in area veneta, sono rispettivamente rappresentati dalla terra, dal lavoro agricolo con la semplicità delle sue costruzioni e dall’industria con i suoi capannoni. I due fili si intrecciano nelle suggestioni del progetto: una “barchessa”, rossa come il cocciopesto della memoria colturale veneta e un tetto ben cucito al suolo, ma con una cucitura trasparente, vicino alla ‘fabbrica colta’ di Benetton che proprio in quest’area ha i propri headquarters e che ha diffuso, nel mondo, la democrazia del colore.

L’architettura assume così il ruolo e il potere evocativo dello spazio/tempo del sogno (di una favola, direbbero i bambini) dove i protagonisti sono i bambini, ma anche i professori e la comunità che ruota attorno alla scuola.

In questo senso, durante le fasi di progettazione, abbiamo inventato un linguaggio per descrivere ai bambini la nuova scuola grazie all’illustrazione di una storia con i temi del progetto e creato un sito web aggiornato al procedere del lavoro.

La definizione del limite esterno dell’edificio viene affidata a una filigrana sottile, esile. Una cucitura tra il terreno e il tetto che lega il progetto al suolo rendendo al tempo stesso impalpabile il finire della costruzione, senza confini precisi: una soglia che si arricchisce delle ombre che il suo disegno produce sui fronti interni. La serie ininterrotta di sottili pilastri in acciaio definisce uno spazio interstizio, vuoto, tra il fronte dell’edificio e l’allineamento dei pilastri in cui la “forma” dell’edificio è legata solo alla luce, al sole che ne disegna lo scorrere del tempo.

Una pergola, una cucitura che salda il tetto al suolo, un sottile ricamo di luci ed ombre segna lo scorrere del sole sulle superfici esterne dell’edificio e disegna, a terra, fuori dalle aule, un portico dove si aprono le aule stesse permettendo di inventare modi nuovi di far lezione all’aperto.

Tale filigrana costituisce anche una schermatura all’arrivo diretto dei raggi solari nelle aule aiutato dal sistema delle tende esterne a scorrere sui cavi metallici che si azionano in modo automatico in riferimento alla necessità, grazie a un sistema di building automation.

La  permeabilità verso il territorio si accompagna a una eccezionale visibilità trasversale interna.

Una importantissima funzione a carattere speciale come la palestra è stata posizionata in modo tale che sia sempre possibile vedere cosa vi si stia svolgendo all’interno senza tuttavia disturbarne il funzionamento.

La palestra, solitamente un volume muto e ingombrante che non riesce a trasmettere lo stimolo di quanto vive all’interno, è stata incassata nel terreno per poterne diminuire l’impatto visivo dall’esterno e in questo modo ha acquistato la possibilità di poter essere vista da ogni luogo della scuola, a partire dall’ingresso stesso.

Un terrapieno che verrà colorato di erica costruisce la soluzione di continuità con il giardino e lo sfondo mentre si gioca a basket.

Il tema della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico hanno guidato il progetto.

Grazie all’orientamento e ai sistemi di schermatura ai raggi diretti del sole, al generoso isolamento termico e all’uso di tecnologie sofisticate (geotermia, fotovoltaico e solare, tetto verde, camini di ventilazione naturale, utilizzo di vetri basso-emissivi, building automation) la scuola ha un consumo pari a 3,6 kwh/mc/anno corrispondente alla Classe A+ della normativa di riferimento con un costo di costruzione al mq pari a 960 euro comprensivo degli arredi.

Ai principi della bioclimatica e del solare passivo si deve la forma e l’orientamento dell’edificio. Le ampie vetrate a Sud ed ad Ovest consentono, oltre alla possibilità di godere in ogni momento di un ottima visuale, di poter accumulare calore gratuito nei mesi invernali e nelle stagioni intermedie, riducendo la necessità di attivare il riscaldamento centralizzato e diminuendo il consumo di combustibile.

Le superfici opache sono completamente rivestite con un cappotto di spessore cm 10 e finitura ad intonaco a base di calce e pigmenti naturali o in doghe di legno di iroko, onde consentire un ottimo isolamento termico sia per la stagione invernale che quella estiva. I vetri sono del tipo “basso emissivi” e fortemente isolanti.

L’ampio sporto a livello di copertura e l’uso accurato e controllato di tende a rullo, in tessuto microforato onde non impedire la visibilità dall’interno, posizionate a filo delle vetrate sul lato esterno, consente di evitare problemi di surriscaldamento nel periodo estivo.

Il raffrescamento estivo è favorito da un flusso ventilato naturale, con velocità controllata inferiore ai 10 m/sec,  proveniente da alcune prese d’aria posizionate all’esterno sui lati Est e Nord, in posizione opposta a quella delle aule,  e introdotto nelle aule dopo aver attraversato l’edificio in condotti sotterranei in grado di raffrescare naturalmente e senza costi energetici la temperatura dell’aria da immettere nelle aule.

Le stesse condotte consentiranno, in inverno, di avere un preriscaldamento naturale e gratuito dell’aria  fredda proveniente dall’esterno.   

Particolarmente importante è la ventilazione naturale, attivata mediante un sistema di prese d’aria e di canalizzazioni che si basa su modeste ma sufficienti differenze di pressione dovute alla differenza di temperatura dell’aria e delle pareti nelle facciate opposte dell’edificio, alcune in pieno sole e quindi particolarmente calde o tiepide e quelle opposte, certamente in ombra e quindi decisamente più fresche.

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